Arco 2005 Relatori: Pasquale Carparelli

Brevi note dei relatori al convegno:

Pasquale Carparelli - enologo.
Dopo essere stato per tredici anni segretario dell'ASSOCIAZIONE ENOLOGI ENOTECNICI ITALIANI - Sezione di Puglia Basilicata e Calabria, viene eletto Presidente dell'Associazione nel 1999. Dal 1990 al 1996 ha ricoperto l'incarico di consigliere nazionale dell'Assoenologi e nel 1999 è stato insignito della Gran Medaglia Cangrande. Nel 1996 costituisce "I Pàstini Azienda Vinicola F.lli Carparelli S.r.l."
Dal 2000, è Presidente delle Commissioni di DegustazioneVini D.O.C. costituite dalla Camera di Commercio di Bari.

Riflessione sul tema del vino legato al territorio pugliese.

La Puglia, dal punto di vista viticolo ed enologico, rappresenta una riscoperta, grazie alla valorizzazione dei vitigni autoctoni, veri rappresentanti di un territorio o di una porzione di esso.
Ad esempio, il Negro Amaro ci richiama l'appartenenza geografica al Salento, il Primitivo, alla provincia tarantina e barese, il Verdeca viene associato alla Valle d'Itria, il Nero di Troia alla zona di Castel del Monte, compresa tra i confini nord- baresi e quelli sud-foggiani.
Esistono, poi, alcuni vitigni che, nonostante abbiano avuto origine in altre regioni, si sono ben insediati anche in Puglia. Uno dei casi che potremmo portare ad esempio emblematico è rappresentato della Falangina, d'origine campana, che si ritrova nell'agro di San Severo. Buoni risultati vengono da vitigni autoctoni "particolari", come il Tuccanese, dal quale si produce l'omonimo vino, che ritroviamo ad Orsara di Puglia e che si caratterizza per la coltivazione ad un'altitudine "impegnativa". Quest'ampia espressione di vitigni autoctoni, s'identifica col territorio e la bottiglia ne diventa concreta rappresentazione.
Grazie all'impegno dei tecnici del settore, la valorizzazione e la ricerca di qualità stanno facendo riscuotere molto successo al vino pugliese e riescono a suscitare anche l'interesse del consumatore stanco dei vini esteri.
Inoltre, l'aver investito sulle strutture aziendali ha portato a nuovi percorsi eno- turistici, una risorsa da sfruttare e condurre ai massimi standard.
Il popolo degli enofili può essere veicolato in un percorso fondato sulle cosiddette "strade del vino", ma esse devono essere messe in condizione di funzionare, di venire incontro alle richieste del turista, di manifestare tutto 1'appeal di cui sono depositarie.

Questo sito o gli strumenti terzi utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Chiudendo il banner, scorrendo la pagina, cliccando un link, acconsenti all'uso dei cookie.